Il Sogno
Il tema

Scilicet. Il sogno

Silvia Elena Tendlarz

Di cosa sogniamo? Sogno una farfalla, sono io? Si domanda Zhuangzi,[1] citato da Lacan nel Seminario XI, quando si sveglia. Di fronte all’enigma del sogno, il risveglio offre un alibi: non è che un sogno! Come in Cristal che sogna di Theodore Sturgeon, si sogna per esistere nell’ignoranza del nostro sogno.

Ogni soggetto sogna fin dalla più tenera età. Talvolta ricordiamo i nostri sogni, altre volte li dimentichiamo. Al di fuori dell’analisi, restano come semplici storie, che possono sembrare delle risposte e, inoltre, essere considerati come dei presagi ricevuti. L’inconscio, con la sua interpretazione, produce il sogno. Quando in analisi esso ritrova il suo carattere enigmatico, cerca di essere interpretato. L’analista può riferirlo a evento del giorno prima ma, come dice lo scrittore argentino Macedonio Fernández, « Non tutto è veglia quando si hanno gli occhi aperti » (No todo es vigilia la de los ojos abiertos) e quando ci svegliamo, continuiamo a sognare. Come indica Jacques-Alain Miller in Scilicet, che è appena uscito, il soggetto non si sveglia che per soddisfare il desiderio di dormire nella routine del suo fantasma. Il sognatore si sveglia per schivare il risveglio al reale ».[2]

Il volume Il Sogno. La sua interpretazione, il suo uso nella cura lacaniana[3] è il risultato del lavoro delle sette Scuole che compongono La Scuola Una in una formazione senza precedenti grazie all’iniziativa dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi (AMP); esso interroga il sogno, al singolare, il sognatore e il suo racconto, e il suo uso nel trattamento analitico secondo l’orientamento di Lacan, dall’inizio dell’analisi fino alla sua fine, nella passe e oltre la passe, l’oltrepasse. Sogniamo diversamente nel corso dell’esperienza analitica? Cosa diventano le nostre lettere rubate[4] nel corso dei sogni quando la lettera raggiunge la sua destinazione?

Dopo la presentazione da parte di Angelina Harari di questa nuova iniziativa, il testo «Risveglio» di J.-A. Miller fornisce un filo di Arianna per sfogliare questo libro: il risveglio impossibile e il suo legame con il desiderio dell’analista.

Nella sua « Conferenza al Teatro Coliseo »[5] a Buenos Aires, J.-A. Miller sottolinea che la maggior parte dei sogni analizzati da Freud nella Traumdeutung erano i suoi. Ciò che lo sosteneva in questo lavoro d’interpretazione era il desiderio di suscitare il desiderio del pubblico, abbastanza ridotto all’epoca. Ma Freud inciampò su un punto. Lacan chiama la « passione di Freud », la sua « sete di verità » e nota che questa si arresta al « segreto condiviso » tra il padre e suo figlio nel sogno « Padre, non vedi che brucio? », alla « messa in dubbio di questo padre troppo ideale ».[6] Lacan, da parte sua, va oltre l’amore per il padre che fermava Freud nella sua interpretazione del sogno. Questo orientamento ha delle conseguenze nella direzione della cura e forse nell’interpretazione stessa dei sogni. Possiamo esplorarne qualche conseguenza in Scilicet. Il sogno, che uscirà questa primavera in cinque lingue.

Questo volume è composto da sei parti che organizzano logicamente i lavori dei numerosi autori, analisti che si orientano da Freud e Lacan e ogni capitolo si apre con una citazione del corso di J.-A. Miller che fa risuonare il loro contenuto, questa serie così scandita si tinge di un tocco di poesia.

L’interpretazione trova la sua strada. La decifrazione del sogno talvolta prende posto fin dall’inizio, nella narrazione del paziente, grazie all’inconscio transferale. Tuttavia, mostra il suo buco. L’« ombelico del sogno »,[7] così chiamato da Freud, indica che non tutto può essere detto. La cifratura si scontra con i suoi limiti e il reale inassimilabile al simbolico dimostra che il desiderio, come motore del sogno, non riesce a svelarne il senso senza fine. L’interpretazione inciampa così sul fuori senso, nella tessitura dell’equivoco della lalingua.

Il sogno come formazione dell’inconscio si modifica una volta verificata la non-esistenza dell’Altro e un’articolazione soggettiva al regime dell’Uno opera dopo la passe. I sogni di sinthomo ruotano intorno al buco e rendono ogni interpretazione superflua. Il sogno, rimane reale, asemantico, « È questo », evento di corpo, fuori senso, che dimostra l’inconscio reale, impossibile a dire. Al di là della passe, l’oltrepasse, che ci fa cogliere che c’è dell’Uno, pura ripercussione della vita, nel senso del vivente del corpo e del suo godimento nel sogno, il sogno è un indice della vita del corpo che si ha. Così nel percorso dell’analisi, i sogni ci svelano i segreti più intimi cifrati come dei sembianti, ma ci permettono anche di confrontarci al buco centrale di ciò che non sarà detto, al tessuto della lalingua che impatta il corpo. Nella misura in cui il reale della vita si sprigiona dai miraggi del senso e della ricerca di significazione, il sogno è semplicemente ciò che si mostra e fa vibrare la vita.

Nell’opera di Shakespeare, La Tempesta, egli scrive « Siamo fatti della stessa stoffa dei nostri sogni »[8]. J.-A. Miller precisa « siamo fatti della stessa stoffa, non esattamente dei nostri sogni, ma dei nostri sintomi [o del] sintomo di un altro »[9]. E, sempre al Teatro Coliseo, parlando di Lacan, a partire da Lacan, aggiunge: « Legato a quel nome che ha un tale potere di convocazione, forse io stesso, Jacques-Alain Miller, non sono altro che qualcuno che ha desiderato essere un sintomo di Lacan ».

Buenos Aires ci convoca nuovamente con il Congresso dell’AMP su «Il sogno» [9]. Di cosa sogneremo?

Traduzione di Elda Perelli

NOTE

  1. Lacan J., Il Seminario. Libro XI, I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi, Torino, Einaudi, 2006, p. 76.
  2. Miller J.-A., « Réveil », in Le Rêve. Son interprétation, son usage dans la cure lacanienne, Scilicet, Paris, ECF-Collection rue Huysmans, 2020.
  3. Le Rêve. Son interprétation, son usage dans la cure lacanienne, Scilicet, Paris, ECF-Collection rue Huysmans, 2020. Appena pubblicato su ecf-echoppe.com.
  4. Lacan J., « Il seminario “La Lettera rubata” », Scritti, Torino, Einaudi, 1999, p. 5-58, secondo il racconto di Edgar Allan Poe.
  5. Miller J.-A., « Jacques-Alain Miller à Buenos Aires. Conférence au Teatro Coliseo », La Cause freudienne, n° 70, 2008, p. 94-110.
  6. Lacan J., Il Seminario. Libro XI, Op. cit..
  7. Freud S., L’interpretazione dei sogni, SFO, Torino, Bollati Boringhieri,1989.
  8. Shakespeare W., « La tempête », acte IV, scène I, Œuvres complètes, t. II, Paris, Gallimard, coll. La pléiade, 1959,
    p. 1515.
  9. Congresso dell’AMP, Buenos Aires 2020 « Il sogno. La sua interpretazione, il suo uso nella cura lacaniana », informazioni e testi di orientamento su https://congresoamp2020.com/it/